Frazioni di Matera: quali sono e i luoghi da visitare in questi borghi

Essendo il comune più grande della Basilicata per estensione, Matera conta diversi quartieri, moderni e antichi (fra cui i Sassi), e alcune frazioni distanti pochi chilometri dal centro cittadino.

Dovete sapere, infatti, nel 1952 il governo, per mano dell’allora Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi e su suggerimento del ministro Colombo, con la “Legge Speciale per lo sfollamento dei Sassi di Matera” ordinò agli abitanti degli antichi rioni di tufo (all’epoca erano oltre 15mila) di abbandonare le proprie case per trasferirsi in nuovi quartieri e borghi.

Le frazioni di Matera, quindi, assunsero un’importanza sociale non indifferente per tutte quelle persone che, in poco tempo, si ritrovarono a vivere in aperta campagna, in nuove abitazioni, e messe nelle condizioni di lavorare le terre a loro assegnate assieme alle case.

Ora, le cose non sono andate come i governanti del tempo avevano previsto ma questo sito non rappresenta la sede giusta per discuterne né io ho le conoscenze socio-economiche adeguate per farlo. Quello che posso dirvi, ad ogni modo, è che oggi Matera conta 5 frazioni, ognuna con la sua storia, le sue caratteristiche e alcuni luoghi di interesse storico, artistico culturale, religioso o di intrattenimento da visitare.

Scopriamo insieme le 5 frazioni di Matera: La Martella, Picciano A e Piccina B, Venusio, Timmari.

La Martella

La Martella (nella foto in alto) è il borgo più importante e più popolato di Matera. Non me ne vogliano i miei concittadini che abitano nelle altre frazioni, ehehehe. La Martella vanta non solo una storia importante sin dall’anno della sua fondazione, ma anche per il numero di abitanti (circa duemila residenti) che per la zona industriale che questo borgo ospita.

Situata a 7 km dal centro abitato, La Martella è stata realizzata in due anni, dal 1952 al 1954, ed è stato il primo borgo dell’agro di Matera. È celebre soprattutto per chi studia architettura e urbanismo: La Martella, infatti, è nata come importante laboratorio urbanistico negli anni ‘50, che coinvolse grandi personaggi come Adriano Olivetti e Ludovico Quaroni, e rappresenta forse l’esempio più concreto e simbolico di quella capitale contadina che doveva diventare Matera secondo i piani di politici e intellettuali del tempo.

Oggi La Martella è abitato da una attiva comunità di cittadini che organizza diversi eventi e attività culturali (tra cui la festa dedicata alla crapiata, uno dei piatti tipici materani); la frazione ospita anche un complesso residenziale chiamato Ecopolis, attività commerciali, un campo sportivo (in fase di ristrutturazione) il teatro Quaroni e soprattutto la Chiesa di San Vincenzo de’ Paoli, progettata dallo stesso Quaroni con altri architetti di rilevanza nazionale. La zona industriale di La Martella ospita un cinema multisala e vi hanno sede numerose piccole medie imprese materane operanti in diversi settori.

Picciano A e Picciano B

Quando si nomina Picciano, in molti pensano che si tratti di una sola delle frazioni di Matera: in realtà, Picciano A e Picciano B sono due borghi distinti e divisi fra loro da alcuni chilometri.

Entrambe le frazioni, però, sono accomunate da un unico, importante luogo di culto: il santuario di Picciano. Retto dai monaci benedettini olivetani, il Santuario di S. Maria di Picciano (questo il nome ufficiale) ospita oggi una comunità monastica che a Picciano risale addirittura ai primi anni del 1200. Pensate che da Picciano sono passati anche Templari e Cavalieri di Malta. Vi consiglio di leggere la storia di questo luogo e dell’area in cui si trova direttamente sul sito ufficiale del santuario di Picciano.

Il campo di calcio a 5 di Picciano A, fotografato nella mia ultima visita al borgo.
Il campo di calcio a 5 di Picciano A, fotografato nella mia ultima visita al borgo.

Oggi Picciano A e Picciano B contano pochissimi residenti: la maggior parte delle abitazioni (soprattutto a Picciano B) sono utilizzate come case di campagna, essendo purtroppo entrambe queste frazioni per nulla servite e non ben collegate con il centro abitato (vi sono alcuni bus urbani che collegano Picciano A e B con Matera ma le corse sono poche). Penso, però, che entrambe le frazioni conservino il fascino di un passato che non c’è più e le reputo luoghi ideali dove scattare qualche foto suggestiva dell’agro materano.

Venusio

È stata la seconda fra le frazioni di Matera a essere realizzata con lo sfollamento dei Sassi. È uno dei borghi in cui mi reco più spesso, assieme a La Martella, soprattutto per due motivi: fare spesa presso il centro commerciale Mongolfiera o godere della spa e della piscina di una grande struttura ricettiva situata proprio nel borgo Venusio.

Ora, a differenza di La Martella, Picciano e della stessa Timmari (di cui vi parlerò a breve), a Venusio non vi sono luoghi di interesse storico, artistico e culturale da visitare ma, come avete compreso, di semplice intrattenimento e relax. Inoltre, per chi proviene dalla Puglia, soprattutto chi arriva a Matera in treno da Bari, Venusio è visibile sulla sinistra della Strada Statale 99 e ha anche una stazione ferroviaria (che si trova dall’altro lato della SS 99, a centinaia di metri dal borgo). La campagna circostante, ad ogni modo, offre dei paesaggi unici e le strade che la attraversano sono di solito battute da ciclisti e podisti, soprattutto nel fine settimana.

Un gruppo di ciclisti e podisti visitano borgo Venusio - Foto di Ferula Viaggi_Slow Italy Srl
Un gruppo di ciclisti e podisti visitano borgo Venusio – Foto gentilmente concessa da Ferula Viaggi_Slow Italy Srl

Timmari

Ultima ma non meno importante delle altre frazioni di Matera è di sicuro Timmari, altra frazione situata su una collina – il cosiddetto Monte Timbro – a 12 chilometri dalla città. Gran parte delle abitazioni sono circondate da un bel bosco che ospita, proprio sulla strada per raggiungere il centro abitato della frazione, un bellissimo laghetto.

Il laghetto di Timmari, da me fotografato in un pomeriggio invernale
Il laghetto di Timmari, da me fotografato in un pomeriggio invernale

Fra le frazioni di Matera, Timmari penso sia quella con meno residenti (fino agli anni ‘70-’80 ci vivevano diverse persone e vi erano anche diverse pizzerie dove i materani passavano le serate in cerca di refrigerio) ma forse quella più importante a livello storico: dovete sapere, infatti, che agli inizi del 1900 proprio a Timmari sono stati effettuati importanti scavi archeologici che hanno portato alla luce numerosi reperti, alcuni molto importanti, risalenti soprattutto al neolitico e all’età del ferro e comunque di fattura romana e greca: in quei periodi storici, infatti, il colle Timmari risulta ha vissuto il suo massimo splendore economico. Per approfondire questo aspetto, vi invito a leggere l’articolo La necropoli protostorica di Timmari: le TAC esplorano il passato” scritto da Ada Preite e pubblicato sul secondo numero della locale rivista Mathera, iniziativa editoriale nata per approfondire e conoscere la storia della nostra città.

Proprio nei pressi di una delle aree di scavo più importanti di Timmari (la necropoli apulo-greca) vi è un altro importante luogo da visitare in questa frazione materana: sto parlando della Chiesa di San Salvatore, nata come monastero benedettino nel 1310 sulle rovine di un preesistente monastero, quello di San Nicola de Timaris (da cui, molto probabile, colle Timmari prende il nome). Dal pianoro su cui si adagia la chiesa è possibile godere di un panorama mozzafiato.

Alla scoperta delle frazioni di Matera

Insomma, come ripeto sempre, a Matera non ci sono solo i Sassi e le cose da vedere e i luoghi da scoprire sono davvero tanti, compresi i borghi della nostra città, esempio di come anche nei posti più impensabili è possibile scoprire tesori artistici e architettonici interessanti.

Spero di aver stimolato la vostra curiosità e di vedervi in giro per le strade delle frazioni di Matera e delle campagne circostanti.

Stat’v bbun!

Lascia un commento