Palombaro Lungo di Matera, la più grande cisterna della città

Per scrivere questo articolo sono dovuto tornare nelle viscere di Piazza Vittorio Veneto, dopo alcuni anni in cui mancavo da uno dei luoghi più affascinanti della mia città: il Palombaro Lungo di Matera.

Ebbene sì, l’ultima volta che ho visitato questa enorme cisterna situata proprio sotto la principale piazza della città, Matera non era ancora diventata Capitale Europea della Cultura. Ma tant’è: ho cercato di recuperare alla grande e oggi voglio presentarvi il Palombaro Lungo, uno dei luoghi da vedere assolutamente durante la vostra visita a Matera.

Cos’è il Palombaro Lungo di Matera

Il palombaro lungo è una cisterna sotterranea. Fu costruita per conservare l’acqua piovana che veniva raccolta dalle case vicine e utilizzata per l’irrigazione e l’uso domestico. Fa parte dello straordinario sistema di raccolta delle acque che è valso a Matera, insieme ai Sassi, l’inserimento nella lista dell’UNESCO di quei luoghi che sono patrimonio dell’umanità.

Il palombaro lungo è solo una delle antiche cisterne presenti a Matera, ma è la più grande nonché la più capiente ed è diventata uno dei simboli della città dei Sassi e della sua architettura sotterranea.

Palombaro Lungo di Matera: panoramica dall'ingresso
Palombaro Lungo di Matera: panoramica dall’ingresso

Palombaro Lungo di Matera: un po’ di storia

Questa cisterna fu realizzata in diverse fasi a partire dal XVI secolo. Si tratta di una cavità completamente artificiale, ricavata unendo diverse cavità preesistenti che avevano altri scopi: neviere, cantine, concerie. Il palombaro lungo raggiunge la lunghezza di ben 50 metri e una profondità di 16 metri: tali dimensioni consentivano di raccogliere al suo interno fino a 5 milioni di litri d’acqua.

Fino alla prima metà del secolo scorso, a Matera l’acqua potabile era fornita dal Municipio utilizzando alcune fontane e cinque grandi cisterne pubbliche che raccoglievano l’acqua sorgiva: tali cisterne erano appunto chiamate palombari e servivano agli abitanti di Matera per l’approvvigionamento idrico.

Una delle passerelle sospese all'interno del Palombaro Lungo
Una delle passerelle sospese all’interno del Palombaro Lungo
Neviera trasformata in cisterna all'interno del Palombaro Lungo
Neviera trasformata in cisterna all’interno del Palombaro Lungo
Parte del percorso del Palombaro Lungo
Parte del percorso del Palombaro Lungo

In merito a ciò, ricordo un episodio raccontato da mia madre che, da piccola, andava a prendere l’acqua per conto dei vicini dalla fontana situata nei pressi dell’abitazione dove lei è cresciuta, (situata in vico Case Nuove, una parallela di Via Ridola): in tal modo si guadagnava la possibilità di guardare la tv che gli stessi vicini possedevano (stiamo parlando degli anni ‘50 del secolo scorso); così, durante una delle sue “spedizioni” verso la fontana, purtroppo una brocca le scivolò, frantumandosi in mille pezzi. Mia madre tornò dai miei nonni piangendo, disperata per quanto accaduto: a quel punto, vedendo la figlia così triste, mio nonno decise di acquistare una tv, fra mille sacrifici. Altri tempi, lo sappiamo… 🙂

Tornando ai giorni nostri, o quasi, il palombaro lungo di Matera fu scoperto nella sua interezza nel 1991 quando, per via dei lavori di rifacimento di Piazza Vittorio Veneto, occorreva esplorare la cisterna (di cui si conosceva l’esistenza ma non si aveva idea di forme e dimensioni reali). Pensate che fu necessario l’intervento di due sub per esplorare il fondale e una delle prime “ricognizioni” fu fatta in barca. Nel video seguente, potete vedere l’esplorazione subacquea (per quella in barca occorre cliccare qui poiché, per motivi di impostazioni del video, non è possibile inserirlo nel sito):

Com’è fatto il Palombaro Lungo

Dunque, le pareti rocciose del palombaro lungo sono rivestite di cocciopesto, un intonaco impermeabile a base di terracotta che consentiva di trattenere l’acqua raccolta ed evitare che fosse assorbita dalle pareti stesse delle cavità. Inoltre, il palombaro lungo presenta delle bocche di pozzi sul soffitto attraverso le quali veniva prelevata l’acqua dai materani. Il pozzo del Palombaro Lungo, abbattuto nel 1927, includeva 6 bocche.

Il fondo del palombaro è inclinato, curvo: questo perché si doveva poter raccogliere l’acqua anche nel caso in cui ce ne fosse stata poca.

Oggi il palombaro è visitabile facilmente grazie a una serie di passerelle metalliche sospese a pochi metri sull’acqua (quando c’è) o comunque sul fondo, per consentire ai visitatori di osservare la maestosità di questa cisterna.

Visitatori all'interno del Palombaro Lungo
Visitatori all’interno del Palombaro Lungo

Informazioni per visitare il Palombaro Lungo: prenotazioni e biglietti

Attualmente il Palombaro Lungo è visitabile tutti i giorni:

  • dal lunedì al venerdì è possibile farlo dalle 10 alle 12:30;
  • sabato e domenica dalle 10 alle 12:30 e dalle 15 alle 17:30.

Il tempo massimo di permanenza al suo interno è di 15 minuti (sufficienti per visitarlo e godere dello spettacolo che offre, ve lo garantisco).

Non vi è alcuna necessità di prenotazione: l’ingresso viene garantito attraverso il pagamento di un ticket acquistabile presso la biglietteria al momento dell’ingresso, che si trova negli ipogei di Piazza Vittorio Veneto. È possibile pagare sia in contanti che con carta di credito.

I costi del biglietto sono i seguenti:

  • biglietto singolo adulti: 3 €;
  • biglietto singolo per gruppi scolastici (minimo 15): 1,50 €;
  • i minorenni entrano gratis.

Dato che gli orari e i giorni di apertura variano a seconda del periodo, vi consiglio di visitare la pagina dedicata sul sito ufficiale del Palombaro Lungo.

Una delle passerelle all'interno del Palombaro Lungo
Una delle passerelle all’interno del Palombaro Lungo

Pronti per una visita al Palombaro Lungo?

Bene, penso di aver detto e mostrato già troppo: ora tocca a voi visitare questo posto stupendo nel sottosuolo di Matera. Vi assicuro che la prima volta all’interno del Palombaro Lungo è un’esperienza da fare almeno una volta nella vita.

Non so se è capitato o capiterà anche voi, ma quando visito il Palombaro Lungo o guardo le foto scattate al suo interno, mi vengono i mente le scene de “Il Signore degli Anelli” ambientate a Moria, la città dei nani – costruita nelle viscere della montagna – collegata a una vasta rete di miniere 😃

Vabbè, sto fantasticando. Stat’v bbun!

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